La prima volta che mi è capitato di lavorare sulla progettazione grafica di una etichetta, devo dire la verità, mi sono messo le mani nei capelli. Essendo abituato a lavorare su veicoli pubblicitari di diverso genere (cataloghi, depliant, flyer, manifesti ecc..) è stato difficile abituarmi ai “canoni” sia grafici che legislativi che una etichetta impone, qualsiasi prodotto essa vada a rappresentare. Col tempo difatti ho imparato a capire attraverso l’esperienza, le principali informazioni che servono ad un designer per l’elaborazione di una etichetta.
Spesso capita di sentirmi dire dai miei clienti: “mi serve una nuova etichetta!! mettici il mio logo, è un Primitivo doc!” fai tu inventati qualcosa… e basta… senza darmi indicazioni sul nome del vino, senza nessuna indicazione sul tipo di bottiglia che lo conterrà (bordolese, elìte, troncoconica ecc..), come se l’etichetta fosse un pezzo di carta da appiccicare su un prodotto senza anima, senza identità.
A mio avviso l’etichetta è il vestito della bottiglia e deve rappresentare al meglio il suo contenuto, come un vestito ne segue le curve ed attraverso i colori, i testi ed il nome deve raccontarne il contenuto, rappresentarlo al meglio, farlo ricordare ed apprezzare non solo per le sue proprietà organolettiche. L’etichetta insieme alla controetichetta costituisce la carta d’identità del vino, con la quale il consumatore può conoscere meglio il prodotto che gli viene servito. Le informazioni riportate su etichetta o controetichetta debbono essere perciò chiare, verificabili e soprattutto complete seguendo ciò che per legge è previsto.
7 Febbraio 2014
Ormai, lavorando da un pò di anni con aziende che producono vino, olio, liquori ecc. ed essendo un grafico pubblicitario che si occupa di etichette, non […]